Giugno '73

Durata
3.35
Autori

Fabrizio De André

Editore musicale

Universal Music Publishing Ricordi Srl

FAQ

Dalla mailing list su De André:

Una delle poche canzoni autobiografiche, a detta dello stesso De André. La protagonista non è la prima moglie di De André, ma una certa Roberta con cui ebbe una breve relazione nei primi'70, che ispirò anche VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE. Fu lo stesso De André a fornire queste informazioni in una vecchia intervista.
(grazie a Marco Borsani)

 
titolo originale del post: GIUGNO 2003 autore: FRANCO SENIA

Solo il cielo sa perché accidenti ho messo quel vecchio disco sul piatto!
Avrei dovuto sperare che la puntina fosse abbastanza usurata da non permettermi di riascoltarlo.
E invece no, il disco ha cominciato a girare, e dalle vecchie casse è riemersa quella sua voce inconfondibile a ricordarmi quanto l'ho amato. Lui e la sua voce. E per un breve lungo momento sono tornata a riamarlo.

Dopo trent'anni è stato un bel colpo, non c'é che dire!
Trent'anni! Mi è anche scappato da ridere a sentirlo rammentare di nuovo mia  madre, dopo tutto questo tempo.
L'avevo quasi dimenticata mia madre!
Non che non avesse ragione, fabrizio, su quella storia del cantante e per di più  sposato! Era una palla, mia madre, da questo punto di vista. Ma non è che lui abbia mai fatto più di tanto per cercare di capirla, nonostante la sua tanto sbandierata tolleranza. Il loro era una sorta di muro contro muro, ed io in mezzo! Sempre mia madre, sempre la sua presenza, anche quando non c'era, quando era distante.

Ogni mio difetto, ogni mia debolezza, era sempre pronto ad imputarlo
all'ascendente nefasto di mia madre!
Quante volte mi sono chiesta come sarebbe andata se fossi stata orfana.
Quante volte ho coltivato il pensiero di ucciderla, mia madre, per
poterlo finalmente avere tutto per me.

Una gazza parlante, mi aveva regalato! Ve ne rendete conto? Senza nemmeno
starmi a chiedere se avessi voglia o meno di accudirla!
Un mazzo di rose? Mai, neanche a parlarne! Già, lui cantava. Era un'artista! Sempre a riempirmi la casa con quella gentaglia. Piedi sui tavoli, cicche per terra. Per non parlare dell'odore che emanavano!
Erano persone vere, mi ribatteva!
E io -"E che ora non si possono fare un bagno le persone vere? Senza, per questo, cessare di essere tali?"
Ma non mi sarebbe importato più di tanto, di averceli per casa, purchè lui fosse stato capace di parlare con me allo stesso modo in cui lo faceva con loro. E invece niente! Non gli riusciva al nostro caro "boccadirosa".
Era più tenero perfino con quella deficiente di mia sorella, di quanto riuscisse ad esserlo con me.
Mia sorella! Quella piccola oca cretina. Ho sempre avuto il sospetto che fosse stata lei a farla morire la gazza!

Nessun rimpianto, comunque! E' andata come doveva andare. Più o meno nello stesso modo che con quell'altra "sventurata" (sto scherzando), cui scrisse, sempre in una canzone (perchè il signor boccadirosa, a noi, le cose ce lemandava a dire dopo, con le canzoni!) "non sei riuscita a cambiarmi, non ti ho cambiata lo sai".

Comunque una cosa volevo farti sapere, ora che è troppo tardi per fartela
sapere. I miei "aiuto" non sono mai stati salvati. E i tuoi?

Testo

Tua madre ce l'ha molto con me
perché sono sposato e in più canto
però canto bene e non so se tua madre
sia altrettanto capace a vergognarsi di me.

La gazza che ti ho regalato
è morta, tua sorella ne ha pianto,
quel giorno non avevano fiori, peccato,
quel giorno vendevano gazze parlanti.

E speravo che avrebbe insegnato a tua madre
A dirmi "Ciao come stai ", insomma non proprio a cantare
per quello ci sono già io come sai.
I miei amici sono tutti educati con te
però vestono in modo un po' strano
mi consigli di mandarli da un sarto e mi chiedi
"Sono loro stasera i migliori che abbiamo ".

E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa
Nell'imbuto di un polsino slacciato.
I miei amici ti hanno dato la mano,
li accompagno, il loro viaggio porta un po' più lontano.

E tu aspetta un amore più fidato
il tuo accendino sai io l'ho già regalato
e lo stesso quei due peli d'elefante
mi fermavano il sangue
li ho dati a un passante.

Poi il resto viene sempre da sé
i tuoi "Aiuto" saranno ancora salvati
io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati